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CHI SIAMO

Associazione Culturale PaestumCilento Moda

L’Associazione Culturale PaestumCilento Moda nasce senza fini di lucro ma con lo scopo di operare nel settore “Glamour”, del Costume e della Comunicazione valorizzando l’immagine della persona nella società. Essa, voluta fortemente dal suo presidente nella persona di Lucio Di Filippo, è istituita a Capaccio Paestum con il chiaro intendo, di promuovere, coordinare e realizzare un’attività di carattere culturale, artistico e tecnico al fine di favorire non solo lo sviluppo del senso critico ed estetico, ma la creatività e il gusto della qualità dell’autentica bellezza e dell’eleganza dei vari settori.
Essa si avvale della collaborazione di esperti e professionisti di settore e, in ogni iniziativa, gode del patrocinio di enti pubblici e privati.
Dopo studi sulle origini della moda dell'antica Grecia si concretizza il progetto prefissato dall'Associazione.


Le origini della moda nell'antica Grecia

Nell’Antica Grecia, nonostante non si utilizzassero capi particolarmente elaborati, l’abbigliamento era, come molte cose, espressione dell’arte; le semplici tuniche drappeggiate in modo da formare pieghe e armonizzare corpo e stoffe, erano chiamate peplo, chitone, himation e clamide.

Il chitone, in lino o lana, era formato da due rettangoli di stoffa cuciti ai lati; infilato dalla testa si fissava sulle spalle unendo i lembi tramite fermagli ornamentali e si rimboccava in vita tramite una cintura. Piuttosto lungo, lasciava le spalle completamente scoperte e ricadeva morbidamente sui fianchi anche se, con l’evoluzione della moda del tempo, venne in seguito dotato di maniche.

In genere gli uomini potevano portarlo variando la lunghezza fino ad arrivare alle ginocchia mentre, nel caso delle donne, arrivava alle caviglie.
Il peplo, indossato generalmente dalle donne,  come il chitone si “abbottonava” sulle spalle, preferibilmente su una, lasciava le braccia nude, veniva drappeggiato attorno ai fianchi tramite una cintura (se non si fermava in vita era possibile utilizzarlo come una sorta di mantello), tuttavia non presentava cuciture laterali; in seguito alla sua scomparsa venne quasi completamente sostituito dal chitone e dall’himation.

In genere gli uomini potevano portarlo variando la lunghezza fino ad arrivare alle ginocchia mentre, nel caso delle donne, arrivava alle caviglie.
Himation

Quest’ultimo era una sorta di mantello che poteva essere drappeggiato e indossato con una certa libertà,  a seconda del gusto personale; era costituito da un rettangolo di stoffa molto ampio che poteva coprire interamente il corpo, arrivando anche fin sopra il capo.
Il clamide era invece un mantello realizzato tramite un rettangolo di stoffa fermato sopra un braccio e lasciato libero di cadere in maniera naturale.
Gli uomini saltuariamente indossavano una sorta di corpicapo mentre  le donne si acconciavano con diademi; ai piedi calzavano sandali in pelle e stivali mentre, all’interno delle loro abitazioni, gli antichi Greci, erano soliti passeggiare a piedi scalzi.

Se in un primo tempo gli abiti furono prevalentemente realizzati in lana grossolanamente intessuta, in seguito, con la diffusione del lino e ancor meglio con le sete, si riuscì a ottenere maggiore morbidezza e la possibilità di realizzare abiti sempre più “arricciati” e drappeggiati; allo stesso modo, se inizialmente il colore dominante era il bianco, in seguito si passò anche a colori più carichi come il giallo, il viola, il rosso,  ma anche all’utilizzo di decori  e ricami, soprattutto figure geometriche (cerchi e quadrati) oppure temi ispirati alla natura.

Non essendo giunte a noi vesti risalenti a questo periodo storico, per la ricostruzione dell’abbigliamento tipico, gli storici hanno dovuto fare riferimento a opere d’arte e statue giunte sino ai giorni nostri.

 

 

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